Fontana a Bruxelles per opporsi alla nuova direttiva Ue sul clima
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Direttore: Alessandro Plateroti

Attilio Fontana a Bruxelles per opporsi alla nuova direttiva Ue sulla qualità dell’aria

Attilio Fontana

L’Ue propone nuove restrizioni per ridurre l’inquinamento entro il 2050: per il Nord Italia richieste “irragionevoli”.

Il Nord Italia si oppone alle nuove decisioni dell’Ue in materia di riduzione dell’inquinamento: Attilio Fontana, presidente della regione Lombardia, insieme ad Alberto Cirio, presidente della regione Piemonte e a Roberto Ciambetti, presidente del consiglio regionale del Veneto, si sono recati a Bruxelles per discutere della revisione della Direttiva Ue sulla qualità dell’aria.

I tre governatori si sono mostrati particolarmente allarmati dalle nuove restrizioni in tema di ambiente, che dovrebbero entrare in vigore dal 2030, definendo gli obiettivi previsti dall’Unione Europea “assolutamente irraggiungibili”. Della stessa posizione sembrerebbe essere il governo che, secondo quanto riportato dall’eurodeputato di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza, “si è già espresso in modo molto critico”, come già accaduto in passato per altre direttive proposte da Bruxelles.

Cosa dice la revisione della Direttiva Ue

inquinamento nelle città
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La revisione della Direttiva Ue entrerebbe in vigore solo dal 2030, per lasciare tempo agli Stati membri di adeguarsi ai nuovi valori fissati – valori, che, dovrebbero poi essere aggiornati ogni 5 anni, sulla base degli avanzamenti tecnologici e scientifici. Questo con l’obiettivo finale di arrivare al 2050 ai parametri stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come ottimali per la pulizia dell’aria.

In generale, i paletti riguarderebbero limiti più rigidi per le sostanze inquinanti, un monitoraggio della qualità dell’aria più efficace, e maggiori tutele per i cittadini e la loro salute.

Le parole di Attilio Fontana

Il governatore della regione Lombardia Attilio Fontana si è posto in una posizione di forte critica riguardo i nuovi paletti e ha commentato che questi costringerebbero alla: “Chiusura del 75% delle attività produttive, impedire la circolazione dei tre quarti dei veicoli che oggi circolano, chiudere il 75% degli allevamenti e delle attività agricole del nostro territorio, e avremmo più del 60% dei nostri riscaldamenti che sarebbero fuori legge”.

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ultimo aggiornamento: 26 Maggio 2023 9:14

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